I tempi in cui si trascorrevano ore e ore con carta e penna, pedine e dadi sembrano ormai lontani. Gli ultimi decenni hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione nel mondo dei giochi, il cui trono è stato inesorabilmente occupato dai giochi virtuali.
Chiaramente, all’interno di questo contesto il principale elemento di traino è stato il videogioco, e a raccontarlo sono i numeri.
A fine 2020, i videogiocatori in tutto il mondo si attestavano sui 2,7 miliardi, un dato parzialmente figlio della pandemia globale e dell’arrivo delle console di nuova generazione (PS5 e Xbox Series X/S). Se invece ci soffermiamo sul giro d’affari che coinvolge l’industria videoludica, la statistica è pari a 60 miliardi di dollari. Numeri esorbitanti che raccontano un cambiamento chiaro, probabilmente inarrestabile, nella società odierna.
Un fenomeno simile, almeno a livello concettuale, si è verificato anche nel mondo dei giochi da casinò, a cui vengono preferite sempre più spesso le versioni online, o di attività ludiche che sono una tradizione decennale come il lotto. Ultimamente, infatti, la classica schedina viene compilata sempre più spesso online, comodamente da casa, a testimonianza di quanto il mondo virtuale sia preferito da molti giocatori.
Eppure, in un contesto sociale che pare aver trovato la sua strada, è lecito chiedersi se i giochi virtuali siano davvero i migliori. La prima argomentazione a sfavore di questa tesi è che i giochi “reali” come quelli da tavolo possano essere più soddisfacenti dal punto di vista sociale. Sì, i videogiochi permettono a giocatori di tutto il mondo di interagire tra loro ma… non è la stessa cosa. A mancare sono componenti sottili e tipiche come una pacca sulla schiena dopo una buona mossa o la possibilità di comunicare senza dipendere da un microfono e da un servizio di chat vocale.
C’è qualcosa di magico in un gruppo di amici che ridono, scherzano e chiacchierano tra loro attorno a un tavolo, qualcosa che sedersi davanti a uno schermo non può simulare fino in fondo.
Nonostante possa sembrare un cliché, è opportuno discutere anche dei benefici per la salute che i giochi canonici presentano rispetto alla loro controparte. Prima, però, è doverosa una premessa. I videogiochi, come qualsiasi altra attività ludica che necessita di uno schermo, non sono di per sé deleteri per la salute di un individuo. Anzi, in certi casi vengono addirittura studiati in ambito scientifico. Come la maggior parte delle cose vanno utilizzati con parsimonia perché abusarne rappresenta un rischio concreto. Trascorrere troppe ore davanti a uno schermo presenta degli svantaggi notevoli, soprattutto dal punto di vista psicologico. Essere trasportati all’interno di mondi fittizi, conquistati dalla sensazione di evasione che queste realtà provocano, può rendere più difficile la capacità di adattamento di un individuo a contesti sociali nuovi e diversi, oltre a provocare danni alla vista.
Di contro, i giochi “reali” non presentano questi rischi. Anzi, sono un mezzo di crescita individuale molto importante e permettono di sviluppare abilità utili anche in futuro, come la capacità di stare in gruppo. Ciò detto, anche i videogiochi e tutte le attività a loro affini possono essere molto utili per lo sviluppo di un individuo, se affrontati con il giusto equilibrio.
Il mondo è cambiato e le realtà virtuali sono sempre più in voga. Nonostante questo, i benefici del gioco come lo conoscevamo una volta sono troppo spesso sottovalutati.