Si è conclusa l’interessante iniziativa promossa da Gioco Digitale all’interno del festival del Poker che si tiene a Venezia fino al 20 Settembre, condotta magistralmente da Agicos, l’agenzia giornalistica di giochi e scommesse, per poter fare un bilancio dopo un anno di poker online e per cercare di tracciare gli scenari futuri che questo mercato può offrire.
Il convegno ha coinvolto i principali protagonisti del mercato che si sono alternati nel dare pareri e opinioni su quanto è già stato fatto e su quanto si dovrebbe ancora fare in Italia per il poker. Al di la dell’ottimo risultato raggiunto, il dibattito finale ha posto gli accenti sulla grossa discrepanza tra il poker online e il poker terrestre, mettendo in evidenza le non poche difficoltà che si incontreranno per i gestori degli ex circoli di poker dinnanzi alle ipotetiche richieste di concessione profilate dal disegno di legge in fase di attuazione, che secondo l’avvocato Rosa porte in se delle evidenti contraddizioni. Dello stesso avviso anche Carlo Gualandri di Gioco Digitale che ritiene che la legge sia stata sbagliata e sia necessario il supporto degli operatori per essere scritta in modo corretto cosi da poter essere serenamente applicata e fugare ogni dubbio sulla bontà dell’iniziativa.
Fabio Bufalini, country manager di pokerstars, dal canto suo, pone l’accento sui limiti che la legislazione attualmente vigente impone un mercato limitato , incapace di poter far giocare grossi eventi internazionali, senza davvero porre un freno definitivo alle poker room che continuano ad operare in maniera “illegale” sul territorio offrendo tipologie di servizi e vantaggi che pongono le punto it, nettamente sotto l’offerta fatte dalle “pseudo oscurate” punto com.
Secondo Gianluca Ballocci di Lottomatica va aggiunto che dietro ai numeri e le dinamiche che si sono viste in questo anno non dobbiamo tralasciare che le stesse hanno dato vita ad un settore di industria che prima non c’era con un target di risultati molto al di sopra delle aspettative e con un pubblico molto diverso dalle aspettative, con evoluzioni degne di un settore competitivo, dove ci sono fusioni, e acquisizioni.
Anche la neo introduzione del cash game nel poker online ha dato vita ad interessanti spunti di riflessione che ancora una volta mettono in evidenza l’immaturità in termini di conoscenza del gioco da parte del pubblico Italiano, Gualandri mantiene pertanto i dubbi e le perplessità, la sua preoccupazione risiede nella giusta questione del senso corretto del business perchè secondo lui, i giocatori Italiano non hanno ancora una cognizione corretta del bankroll. Il rischio sempre secondo Gualandri è che gli eccessi rovinino l’immagine di quanto si è costruito fino ad oggi, quindi auspica che ci sia la volonta di introdurre responsabilmente e progressivamente il poker in modalità cash game.
Fabrizio d’Aloia di Microgame, ritiene che in Italia ci siano le competenze innovative e responsabile per essere un traino per i mercati esteri e auspica che l’Italia possa divenire un provider di servizi come lo è Malta ma con competenze e strutture superiori alla piccola isola.
Via| Agicops