Quante volte abbiamo sentito dire che “il fritto fa male” ? I piatti fritti infatti sono fortemente calorici in quanto trattengono una quantità di olio (che apporta 9 cal al grammo) pari al 10% del peso. Se la temperatura dell’olio è troppo alta inoltre, si può formare acreolina, sostanza tossica per il fegato. Se il piatto fritto in questione è a base di pesce, la cottura nell’olio ha lo svantaggio di ridurre ai minimi termini tutte le sue caratteristiche nutrienti, incluse vitamine e omega 3.
Se non volete comunque rinunciare al piacere di un buon piatto fritto, e fare uno “strappo” alla regola, basterà seguire alcune semplici regole per limitare i danni: fare pezzi piccoli di cibo, che richiedono cotture più veloci e di conseguenza minore assorbimento di olio; utilizzare l’olio extravergine di oliva, in quanto comincia ad “alterarsi” ad una temperatura più elevata; utilizzare una padella antiaderente con il bordo alto, olio in abbondanza e appoggiare gli alimenti su carta assorbente da cucina per eliminare i grassi in eccesso; non riutilizzare l’olio ed evitare la pastella che appesantisce e nel caso del pesce rovina il sapore.