Si parla di usa e getta. Siamo una delle generazioni che consumano più di quanto mangiano e forse, è per questa ragione che nuotiamo nell’immondizia. Usare, usare e ancora usare; cose, vestiti e persone. Al di là del campo semantico dell’ ecologia, ho spesso la sensazione di vivere in un grosso sistema di compravendita, in cui tutti siamo soggetti, prima o poi, ad essere riposti in una cantina polverosa. Mi sento come uno stilista affittato per un’intera stagione da H&M. Per chi non lo sapesse, spesso e volentieri, H&M allega al proprio nome quello di un designer quotato.
Lo stilista di turno produce una sintesi dei capi che lo hanno reso celebre e ottiene così fama “popolana” nel commercio più cheap del mondo. Victor&Rolf, Stella Mc Cartney, Jimmy Choo, Karl Lagerfeld, Comme Des Garçons e Lanvin; sono solo alcuni dei fashion designers noti ai meno e oggi conosciuti anche da chi non può permettersi di acquistare i loro capi in boutique di lusso. Le pubblicità che accompagnano questi sodalizi estetici ricordano amori freschi e passionali; cuoricini a non finire e promesse di amore reciproco. Tutti amano H&M. Poi finisce la stagione e tutto svanisce: i capi scoloriscono, i tessuti scadenti iniziano a cedere e tutti spendono l’adorazione sul prossimo arrivato.
Sono finiti i tempi in cui avevamo il maglioncino del cuore, comprato con fatica mettendo da parte ogni singola lira. Cresceva la voglia di possederlo, di indossarlo; investivi tempo, fatiche e denaro per averlo. Per carità, che tutto sia mutevole e soggetto alla noia è una triste ed eccitante verità, ma se questa voglia di “lavorare per…” non vale più nemmeno tra uomini e donne, siamo sicuri di stare navigando per una via sana? Invidio coloro che sono riusciti ad avere nella loro vita tanti amici veri, tanti amori autentici, perché io ne ho pochissimi; davvero pochi.
Forse dovrei addirittura scrivere al singolare. E la cosa mi riempie di gioia. Io sono per l’armadio semivuoto ma con capi eau couture, magari vintage ma sempiterni, piuttosto che per una stanza piena di straccetti che fanno solo caos sparpagliati per terra. I vestiti devono valorizzarci e mettere in risalto ciò che abbiamo di buono, occultare i difetti e provare a curarli. I vestiti devono divertire ma al contempo dare credibilità. È per questa ragione che la mia fedeltà è rara ma cieca; è per questo che spesso e volentieri vengo soffocato dalle crisi da abbandono.
di Antonio P.