“Balotelli perno irremovibile degli azzurri: io punterei sul tridente con Immobile e Insigne assieme a Mario”. Quando Piero Chiambretti gli chiede se farebbe giocare titolare Ciro Immobile in Nazionale, Schillaci dichiara: “Quest’anno ha fatto molto bene, ha trascinato il Torino e vinto la classifica cannonieri. È giusto che Prandelli gli dia un’occasione. Non so se il paragone con me ci sta, ma mi auguro possa fare come me nel ’90: ha tanta fame e qualità per fare bene. La fase offensiva dell’Italia è buona, io punterei su di un gioco rapido con Immobile, Balotelli e anche Insigne: hanno poca esperienza in Nazionale, ma la vetrina del Mondiale è importante e loro possono fare bene”. Chiambretti incalza ancora su Mario e gli chiede cosa ci dobbiamo aspettare da Balotelli? Schillaci risponde così: “Mario è un giocatore importante per la Nazionale, è un perno irremovibile. Dipende dalla condizione fisica, ma se sta bene lo farei giocare sempre: deve mettere da parte certi atteggiamenti in campo, ma ha talento. Deve usare sia le gambe sia la testa”.
Alla domanda di Piero su un pronostico sulla possibile vincitrice del Mondiale, l’ex bandiera azzurra dichiara: “le favorite sono quattro: Brasile, Germania, Argentina e Spagna. A me piace molto la Germania. Le possibili sorprese sono Belgio, Colombia e noi: non partivamo favoriti né nell’82 né nel 2006, poi sapete come è andata a finire”. Schillaci continua parlando della semifinale di Italia ’90 persa ai rigori contro l’Argentina: “Non ero in condizione di battere quel rigore, non riuscivo nemmeno a camminare. Ho deciso di farlo battere a qualcun altro non per paura, ma perché ero stremato. Anche se col senno di poi forse sarebbe andata meglio se lo avessi battuto io”.
Infine, sulla sua esperienza di fine carriera in Giappone e sul suo attuale impegno con i giovani calciatori, Schillaci dichiara: “La scelta del Giappone è stata difficile: uscivo dal calcio vero, ma ho pensato di più al portafoglio. Mi sono trovato bene, i giapponesi sono stati cordiali sia con me sia con il mio compagno Dunga. Ora insegno i giovani allievi di una scuola calcio: gli insegno umiltà, semplicità e senso del sacrificio. Poi li lascio giocare e divertire, quando sono giovani non devo avere altre pressioni”.