«Balotelli è un gran cornuto: fa bene a giocarsi la carta del razzismo. Così quelli del “politicamente corretto” imparano che l’ipocrisia è un’arma a doppio taglio… Lui è un marchio, come la Coca Cola.
Lo conoscono tutti, in tutto il mondo… E, con un trucchetto, è riuscito a trasformare un tema agonistico in un tema antropologico e razzistico; gli italiani lo hanno insultato non perché nero, ma perché ha perso. E i neri lo proteggerebbero non perché ha perso, ma perché nero. L’idiozia degli antirazzisti di professione è quella di amplificare qualsiasi insignificante manifestazione razzista… Allo stadio semplicemente la gente perde i freni inibitori: a uno tirano la banana, all’altro urlano che la moglie è una zoccola, e al terzo augurano un colpo. Sono espressioni intestinali, e costruirci sopra delle battaglie di civiltà è una mistificazione».
Lo dice il critico Vittorio Sgarbi in una intervista al settimanale OGGI. Dice Sgarbi: «Balotelli non è cattivo. Anzi, ha intrapreso un processo di “bianchizzazione”, che ha la sua figura più grande, e tragica, in Michael Jackson, che si schiariva la pelle. Il nero che assume tutti i privilegi e le esteriorità dei bianchi, diventa bianco… Oggi nero significa povero. Quando hai i soldi diventi bianco. Poi ovviamente se perdi rischi di prenderti insulti razzisti, ma paradossalmente il razzismo non c’entra. Perché i tifosi sono razzisti solo verso i perdenti, e quindi finti razzisti. Se avesse segnato il gol contro la Costarica, Balotelli verrebbe esaltato. Oggi neri sono solo i poveri, di qualsiasi colore siano».
Il critico dice che Balotelli si rialzerà mentre chi è finito è il ct Cesare Prandelli: «Troppo democristiano, troppo doroteo… Ha costruito una squadra che non era temeraria e nemmeno opportunista come quella dell’Uruguay, che giustamente ha sostenuto il mordace Suarez. Noi invece sbandieravamo il codice etico per giocatori, i buoni sentimenti e le altre suggestioni parrocchiali che ci hanno portato a questo risultato. Se Prandelli fosse stato pasoliniano, in campo avremmo avuto sei o sette neri furenti, e avremmo visto partite molto più appassionanti».