Avete mai sentito dire a qualcuno, di una certa mano di un gioco, che “se la sentivano”? Non accade solo nel gioco, ovviamente, ma in quello accade in modo particolare: pure nella vita di tutti i giorni, infatti, sentiamo questa frase (o magari la pronunciamo), ma in una mano di poker il risultato di questo sentire è a nostra disposizione praticamente all’instante.
Basta aspettare la fine delle giocate e vedere se ci sentivamo il giusto. Spesso notiamo che sì, quella era proprio la nostra mano.
Da cosa deriva questo sentire? Come possiamo regolarci, in base a questo sentire, sui siti come casinò NetBet? Nelle prossime righe cercheremo di capirne qualcosa in più e vedere come regolarci, di volta in volta, col nostro istinto viscerale.
I DUE EMISFERI DEL CERVELLO IN OPERA
A seconda del nostro modo di giocare (o di vivere, ma siamo quasi nello stesso campo), ecco che uno dei due emisferi del cervello sarà più sollecitato dell’altro.
Pensiamoci: se siamo freddi, calcolatori, ci basiamo sulle probabilità e su calcoli matematici, ecco che l’emisfero sinistro del cervello, quello legato alla componente appunto analitica e razionale, sarà quella più sollecitata.
Qualora invece fossimo spesso trascinati da un istinto quasi primordiale, ci affidiamo dalle sensazioni, perché spesso sono quelle che ci permettono di andare avanti, se ci affidiamo al cosiddetto “sesto senso”, ecco che siamo più sollecitati dall’emisfero destro del nostro cervello, quello maggiormente deputato all’emotività.
DA DOVE PROVENGONO LE SENSAZIONI
Non tutto ciò che accade nella nostra mente deriva dalla nostra parte consapevole, dal conscio: spesso ragioniamo, ovviamente, facciamo calcoli e previsioni ragionate, ma vi sono momenti in cui registriamo qualcosa senza che questo confluisca in buon ordine al nostro conscio.
È possibile che,inconsciamente, notiamo la smorfia sul volto di qualcuno e ne decrittiamo il significato, muovendoci instintivamente incontro a quella smorfia con un sentimento piuttosto che un altro: ci rapportiamo, insomma, con una larga quantità di stimoli a cui il nostro cervello non riesce a “star dietro”, come una foresta simbolica che viene certamente percepita ma non viene registrata dal nostro ragionamento. Eppure, esiste. Esiste e spesso ci troviamo a farci i conti, pur senza rendercene conto.
Ecco, queste sono senza dubbio delle parti di quelle sensazioni di cui parliamo, quelle che spesso deleghiamo alla comoda frase “è stato il sesto senso”. In verità, non è il sesto senso, ma i nostri sensi tutti che, costantemente all’erta, riescono a ricavare dalle esperienze una numerosa quantità di dati, talmente numerosa che nemmeno ci rendiamo conto di elaborarla (perché, di fatto, questa elaborazione non avviene in modo consapevole, quindi possiamo tranquillamente dire che non la elaboriamo affatto).
IL POKER E I SEGNI NASCOSTI
Se siamo attenti giocatori, possiamo certamente aver notato alcune smorfie sul volto dei nostri avversari, ogni variazione nella loro prossemica, ogni piccolissimo indizio che potrebbe farci pensare “questa è la nostra mano”. Si tratta, spesso e volentieri, di segnali minuscoli, che il nostro cervello nemmeno elabora consapevolmente, ma che ci spingono a lasciare o a continuare un gioco.
Affidatevi al vostro istinto, insomma: spesso si tratta solo del vostro cervello in modalità “super”!