La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante con esordio prevalentemente in età presenile( generalmente dopo i 65 anni ma può manifestarsi anche prima).
Tra i sintomi più evidenti troviamo la perdita di memoria a breve termine ma con l’avanzare dell’età si possono notare altri sintomi come: afasia, disorientamento,depressione, cambiamenti improvvisi di umore,problemi di comportamento e incapacità di essere autosufficienti.
L’aspettativa di vita dopo la diagnosi è dai 3 ai 9 anni.
Ma proprio dagli Stati Uniti, ci arriva una notizia che potrebbe dare sollievo a tanti malati di Alzheimer.
In laboratorio sono stati eseguiti dei test su dei topi e si è potuto constatare che “le microglia”, che sono delle cellule del sistema immunitario del cervello, quando si nutrono di un aminoacido che si chiama “arginina“, si separano, dando vita all’Alzheimer.
Riducendo il consumo di arginino da parte della microglia attraverso la somministrazione di un “inibitorie enzimatico”, si elimina il problema della formazione delle “placche amiloidi” che sono la causa di questa grave malattia perché si depositano tra i neuroni del cervello e ne rallentano il funzionamento corretto.
Grazie a questa scoperta un professore di Neurologia della Duke University Of Medicine, spiega come si potrebbe prevenire l’insorgere dell’Alzheimer.
Un grazie quindi ai nuovi progressi della scienza e della medicina che ci consentono di avere una speranza in più quando purtroppo si va incontro a malattie cosiddette “incurabili”.
via | agi.it
foto | tuttasalute.net