Era tutto necessario ? Stiamo parlando dell’intervista al comandante Schettino che andrà in onda questa sera nel programma di Canale 5 Quinta Colonna, presentato da Salvo Sottile. Prima intervista al comandante Schettino dopo il naufragio della Concordia e dopo che allo stesso Schettino sono stato revocati gli arresti domiciliari. Ecco un lungo stralcio dell’intervista ralizzata da Ilaria Cavo costata circa 50.000 euro o forse più (si partiva da una base d’asta). Questo è lifestyle ? Tutto questo è chic ? A voi i giudizi.
Di seguito stralci dell’intervista esclusiva realizzata da Ilaria Cavo che verrà trasmessa integralmente questa sera nel corso della puntata di “Quinta Colonna” in diretta alle ore 21.20 su Canale 5.
SCHETTINO SULL’URTO
Prima di mettersi in moto a tutta dritta, 15 nodi, uno deve avere la percezione di un pericolo, perché fino a quel momento lì nessuno di noi presenti avevamo rilevato il pericolo, logicamente a sud non ci doveva arrivare perché non era pianificato e per quanto si potesse fare un inchino, non serviva a 50 metri, a 100 metri.
Cavo
Se lei non avesse dato quella virata dritta, quando dice “Mi ha messo un mano divina sulla testa”, cosa sarebbe successo?
Schettino
La mano divina è proprio per dire ci stava un’ostruzione, il fiuto, l’osservazione di vedere, l’essere attenti, mi ha fatto intuire un qualche cosa da compiere che era importante, in quanto ho visto questa schiumetta bianca. Tanto è vero che anche gli ufficiali descrivono che io lascio la mia posizione, che era vicino al timone praticamente, e mi avvicino, tra virgolette, verso il vetro del ponte per cercare di avere una visuale migliore. Alla fine sono riuscito ad evitare l’impatto frontale.
Cavo
Senta, me lo fa un disegno di quello che può essere accaduto su questa rotta?
Schettino
Qua ci sta lo scoglio, qua ci sta l’altro più esterno. La nave doveva fare così…
Il limite da questo scoglio qua doveva essere questa distanza qua che è 0,5 (disegna 0,5). Ci sta una costata che fa così (disegna un semicerchio). Invece di fare questa rotta qua, ha fatto da questo momento qua ha fatto così (disegna un altro semicerchio nella parte superiore).
Cavo
Perché si è passato questo punto e si è andati oltre?
Schettino
Perché si accostato in ritardo, si è accostato in ritardo, nel frattempo che facevamo questa rotta qua io parlavo al telefono con il comandante
Cavo
Però secondo la procura la telefonata che lei fa con Palombo è un momento di distrazione.
Schettino
In quel momento lì io sono salito sul ponte, ho ordinato la navigazione manuale e non avevo io il comando, la direzione della navigazione era dell’ufficiale.
Questo è un incidente banale nel quale la fatalità ha trovato breccia proprio nell’interagire tra esseri umani. Si è creato credo, di base, un malinteso e proprio per questo c’è la rabbia.
È come se tutte le teste, compresi gli strumenti, fossero andati in black-out.
Però si arriva ad un punto in cui bisogna avere la capacità di proferire parole e quindi di dire “Ma che stiamo combinando?” Mi faccio la colpa di essere stato distratto e che quella distanza come di routine doveva essere riportata, perché chiunque osservi al radar una situazione di eccessiva vicinanza deve per forza farlo presente.
Schettino
Dare un allarme generale dopo un urto senza capire l’entità del danno è da pazzi, prima bisogna capire cos’è successo.
Cavo
Il suo problema era capire il livello dell’allagamento, non riusciva a capirlo?
Schettino
No, non riuscivo a capirlo, o per lo meno ad essere certo che fosse quello.
A cuor leggero non si possono mettere 4000 passeggeri in mare.
Io in quel momento ho ritenuto di agire in quel modo, perché veramente credevo che l’urto non avesse interessato i comparti che ha interessato.
Cavo
Lei non si pente di aver tardato 45 minuti a dare l’allarme generale?
Schettino
No, di questo non mi pento nel modo più assoluto, lo ribadisco con forza, quella decisione è stata giusta. Perché io per far evacuare la nave l’avrei dovuta fermare. È da stupidi fermare un evento favorevole che si stava verificando e che la nave stava andando a scarrocciare verso terra, quindi sarebbe stato lì un’imprudenza far fermare la nave per mettere a mare le scialuppe, in un fondale di 100 metri dove la nave sarebbe poi sicuramente affondata. Se si ribaltava lì purtroppo non so quante vittime ci sarebbero state, sicuramente trovandoci su un fondale più basso ha fatto meno vittime.
Cavo
Lei parla inizialmente soprattutto con l’unità di crisi di Costa Crociere. E dice subito “Ho fatto un casino”. Come se si fosse reso conto della gravità della situazione.
Schettino
Si ma già una nave da passeggeri che dopo un urto ha il motore di conduzione allagato, è un casino, che di più non si può.
Cavo
Ferrarini o comunque l’unità di crisi di Costa non le dicono, nelle prime comunicazioni, di rallentare l’allarme generale e l’abbandono nave?
Schettino
No, nel modo più assoluto.
Cavo
Perché alla capitaneria di porto dite, nella prima comunicazione, che avete avuto soltanto un black-out e non parlate dell’urto con lo scoglio?
Schettino
Stavamo valutando le condizioni della nave.
Cavo
Quando c’è stata questa comunicazione, comandante, lei sa già di aver avuto uno squarcio nella nave, perché l’ha già comunicato agli altri, per esempio a Ferrarini.
Schettino
All’inizio c’è stata la comunicazione di black-out perché nel frattempo volevo richiedere un rimorchiatore, che poi alla fine ho chiamato. Un rimorchiatore per farci rimorchiare, perché non avrebbe avuto senso chiamare un rimorchiatore su una nave che sta affondando. Non volevo neanche creare un’informazione di rimbalzo tra la terra e la nave, e iniziare a dire “Abbiamo preso uno scoglio, stiamo andando a fondo” e la gente si sarebbe buttata in acqua. Quello è stato un modo di proteggere le persone, prima e fino al momento in cui io credevo che ci sarebbero state le condizioni per cui la nave non affondasse.
La mia perplessità è iniziata a sorgere quando Iaccarino inizia a dire “Sta traboccando acqua dal ponte 0”.
Forse se avessi saputo prima quell’informazione lì sarebbe stato più importante averla.
Cavo
Cioè se lei avesse saputo “acqua a ponte 0” cosa avrebbe fatto?
Schettino
Automaticamente avrei fatto evacuare subito.
Cavo
Ma lei comandate si era reso conto del panico che era già scoppiato a bordo in quel momento?
Schettino
In effetti il segnale di allarme generale serve a far radunare i passeggeri. In effetti gran parte del lavoro loro lo avevano già fatto, da se. Tanto è vero che quando abbiamo dato l’emergenza generale, dopo 20 minuti all’incirca, è stato dato l’abbandono nave, le lance sono state riempite e già tutti erano lì.
Poi la nave ha iniziato ad inclinarsi velocemente si doveva dare per forza l’abbandono nave. Quindi il problema non era allertarli, era calmarli.
Cioè non esiste un naufragio perfetto, cioè immaginiamo questa nave che scende a ponti paralleli, lì c’è stato proprio un ribaltamento e purtroppo in questa fase di ribaltamento sono stati accelerati i tempi, sicuramente se avessimo avuto a disposizione 5 minuti in più, 10 minuti in più, non ci sarebbero state vittime.
Cavo
In che senso, che la nave si ribaltasse 10 minuti dopo?
Schettino
Si, alla fine c’erano 50 persone, come più o meno si era stimato, quindi basta pensare che in una scialuppa se ne mettono 150, quindi…
Cavo
Le leggo alcune dichiarazione che hanno rilasciato i suoi ufficiali a verbale.
Martino Pellegrini, il responsabile della sicurezza “Lo stato d’animo del comandante mi è sembrato alterato, andava a peggiorare, gli tremava la voce”
Iaccarino “Era in stato di choc”.
Schettino
Questo è stato il loro livello di percezione. Quello che a me sorprende sono queste dichiarazioni che sono state contrastanti con quello che era la verità, poi emersa dalla scatola nera.