Fethi Atakol partecipa all’edizione 2011 del Salone del Mobile di Milano (12-17 aprile) con nuove creazioni di re-use design. Oggetti del passato, del quotidiano, oggetti scartati o dimenticati si trasformano attraverso un intervento creativo che ne rivela usi nascosti e inaspettati.
Dopo la positiva esperienza al Salone 2008, Fethi Atakol continua la sua ricerca fedele all’etica del re-use design, secondo la quale ciascun oggetto “ri-elaborato” conserva traccia della sua esistenza precedente e acquista, allo stesso tempo, nuova anima e dignità. Il tutto seguendo una lavorazione svolta con il minimo impatto ambientale.
In occasione del Salone del Mobile 2011, Fethi Atakol presenta anche alcune creazioni frutto delle recenti esperienze di workshop e laboratori organizzati per sperimentare nuovi approcci del design estesi al mondo dell’Università e della formazione.
Re-using
Il re-use design è la produzione di una nuova funzione sopra e per mezzo dei resti, delle tracce, di una precedente. L’oggetto ri-progettato rinvia in due direzioni: verso il passato e verso il futuro. La poetica del ri-uso mantiene la memoria degli oggetti, li sottrae alla distruzione, al rifiuto. Li ricombina in una nuova sintassi.
L’azione del designer non è dunque trovare la materia per una forma pre-esistente, ma vedere in qualcosa di obsoleto, di scartato, la possibilità di una nuova forma, presente in potenza. E dunque di nuova funzione.
Education
L’etica del ri-uso è collegata in Fethi Atakol a un approccio educativo e formativo, sia con persone avviate a un recupero sociale e personale, sia in workshop aziendali e universitari. In entrambi i campi, è il potere di cambiare le cose e, attraverso il gesto del progetto, cambiare sé stessi e la propria organizzazione: la potenza di assumere una nuova forma di vita. Così anche gli oggetti possono sfuggire, attraverso il gesto del progettista, alla distruzione, per dire e fare qualcosa di nuovo, di bello, possono venire accolti in una funzione nuova.
Social responsibility
Il design del ri-uso non si pone come alternativa al sistema industriale tuttavia può generare forme e applicazioni, e diffonde pratiche di sostenibilità e responsabilità sociale, offre esempi e processi per la creatività e anche per l’auto-produzione. Attraverso la pratica dei workshop didattici diffonde un saper fare, una nuova potenza di creare e mutare forme e funzioni negli spazi in cui viviamo.
Le collezioni firmate da Fethi Atakol sono composte da pezzi unici o piccole serie limitate; molte opere si prestano, comunque, a diventare “prototipi” destinati a una più ampia produzione industriale.
“Quando viaggio in automobile mi trovo ad osservare ogni cassonetto dei rifiuti cercando oggetti che normalmente vengono abbandonati nelle vicinanze. Mi capita così, molto di frequente, di vedere vecchie sedie, porte, ante di finestre, pezzi di ringhiere, damigiane, che stimolano immediatamente la mia fantasia e subito mi ritrovo a ‘costruire’ mentalmente oggetti nuovi ritrasformando quelli vecchi. Mi fermo e li ‘catturo’: è lì che comincia la maggior parte delle mie opere. Questi pezzi, ormai morenti, iniziano un percorso di ri-animazione che li porta nel mio laboratorio dove cerco di capire quale sarà la loro nuova vita. Alcuni di loro aspettano anche dei mesi o anni prima di trovare la loro via. E, anche nel restare lì, apparentemente immobili e inutili, molto spesso stimolano la mia fantasia offrendo spunti per nuovi progetti. Succede poi che da un oggetto, che ri-prende vita con un nuovo design, nasca un’idea per un altro o addirittura una serie, una linea con una storia comune. E questa catena, finora, mi appare infinita e affascinante.”