Il nuovo calendario di Oliviero Toscani, realizzato per il Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale e distribuito in edicola con il mensile Rolling Stone ha scatenato un vero e proprio putiferio mediatico facendo storcere il naso a molti: il calendario presenta 12 parti intime femminili ritratte senza veli. L’accusa, da parte della commissione delle Pari Opportunità del Consiglio Comunale di Firenze, è di ennesimo sfruttamento dell’immagine femminile a scopi pubblicitari attraverso l’uso di scatti lesivi. Il calendario – di cui è stato chiesto il ritiro dal commercio – verrà presentato all’interno degli incontri di Pitti Immagine Uomo giovedì 13 gennaio, in una tavola rotonda dal titolo “Dibattito sulla Forza della Natura, incontro sulla Femmina”, alle ore 18 alla Stazione Leopolda, spazio Alcatraz a Firenze.
A questo proposito prende la parola Carlo Antonelli, direttore del mensile Rolling Stone che distribuisce il calendario (che ricordiamo essere un’iniziativa pubblicitaria e non editoriale):
“In Italia regna la doppia morale. A casa di Olivero Toscani e di Rolling Stone invece no. Nei media nostrani da trentanni la rappresentazione del corpo femminile è oltraggiosa, barbara, troglodita, a partire dai calendari diffusi dalle riviste machili con le solite giovani signorine ritratte come cagnette pronte ad essere possedute. Toscani invece toglie tutto. Toglie le facce, gli sguardi ammiccanti e quelle bocche semiaperte e bagnatine che tanto piacciono agli italiani. Lascia solo la pura natura, la cosa, la nuda vita, per di più non disegnata dalle depilazioni tanto in voga, ma ritratta così, come usava negli anni settanta. Una vagina politica che le veterofemministe ferme a quell’epoca dovrebbero riconoscere invece che criticare. Se il calendario è da sequestrare e Toscani da allontanare, allora bisognerebbe da tempo che pericolosissimi programmi televisivi prime time venissero chiusi e condannati all’ergastolo per incitazione aggravata allo stupro”.