Contestualizzare la moda. Definirne un valore estetico. Ricercarne un valore assoluto di mercato cercando tracciati logici. Storicamente, lo slancio emotivo per costruire si è sempre ispirato alla natura, alla sua bellezza così come alla sua maestosità. Per Zegna la natura è forza, progresso, ricerca. Un viaggio da e verso l’universo primordiale per definire l’origine del marchio, che dopo essere stato caratterizzato dalla coniugazione industria/savoir faire nella scorsa stagione, inneggia alle fibre naturali nella nuova collezione autunno-inverno, esplorando e confermando la sua vera identità patrimoniale, storica e tecnologica. Pilati traccia, esplora, conferma, mischia i concetti assoluti relativizzandone le origini: il formale si fonde allo sportswear; i toni scuri ai chiari; le nuances ai grafismi; le textures alle superfici; la funzionalità al diletto; il naturale al tecnico. E’ cosi che lane fini, cashmere nobili e pregiata vicuna, si portano con covers sportivi, nylon e sete giapponesi, lane miste al cordura o al kevlar.
Nei capi sfilata lo sportivo diventa eleganza, il formale è presentato a “layers” di tessuti pregiati, definendo delle silhouette che seppur identiche tra loro, performano in maniera opposta secondo la loro fabbricazione: un altro esercizio di stile che Pilati utilizza per simboleggiare la relatività dell’evidenza dell’apparire, proponendo un vestire di lusso “dall’alto”.
Scarponi sportivi fatti a mano, costruiti con sublime artigianalità unita a tecniche moderne di termosaldatura e utilizzando pellami ad hoc patinati, finiscono il look da “esploratore urbano”, il cui stile originale, classico, sregolato nella sua formalità, sottolinea l’identità Zegna di “sempre”.
Il “sempre” inteso filosoficamente e concettualmente come “assoluto”.
Un vero universo di messaggi estetici con un preciso percorso stilistico che ricerca nell’origine la definizione di nuovo futuro.
Il soundtrack si ispira al silenzio che sembra appartenere allo spazio, ma che silenzio non è.
Una quiete dai suoni spaziali (grazie al lavoro della Professoressa Terenzi in Astronomia Acustica), accompagnata da The Seasons – Autumn Song – Op. 37b di Tchaikovsky, si alterna a suoni di vita contemporanea urbana, simbolicamente rappresentata da alcune città alle quali Pilati ha assegnato delle melodie anch’esse “assolute”: New York il jazz/Shanghai la musica tradizionale/Milano l’opera.
Un percorso scientifico reale e tracciato dall’astrofisica Prof. Fiorella Terenzi (docente di Astronomia presso l’Università Internazionale della Florida), grazie anche alla collaborazione del Prof. Neil deGrasse Tyson (direttore dell’Hayden Planetarium, del Rose Center for Earth and Space oltre che associato al dipartimento di astrofisica dell’American Museum of Natural History di New York), formulando una serie di traiettorie create in “movimento unico” che congiungono l’universo primordiale con il CityLife Palace di Milano.
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