Un emozionante itinerario creativo e una fortemente rinnovata linea di ricerca che rimedita, ricompone e reinventa le radici stesse del mondo espressivo Ermanno Scervino. Due collezioni, la Precollection donna F/W 2013-14 e quella invernale maschile, per la Maison fiorentina, che si intersecano e si contrappuntano in una cifra armonica e scandita da rimandi tonali, da suggestioni ipercontemporanee e forti analogie, in un unico grande show, che si tiene nella solennità spaziale manieristica del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, nel cuore più vero e emblematico della Città del Giglio. Proprio il Giglio fiorentino sigla con la propria fiera portata simbolica e la sua stilizzata pregnanza geometrica senza tempo, alcuni degli items che Ermanno Scervino ha pensato, ne sottolinea il significato di omaggio alla straordinaria storia, alle infinite pagine d’arte, alla bellezza e alla fervida capacità d’ispirazione del capoluogo toscano, sede della Maison. Ermanno Scervino ama ripetere quanto gli sia necessario, vitale, sul piano del lavoro, il diretto confronto con il paesaggio perfetto della campagna toscana, con la luce umanistica e pura che vibra e disegna colline mirabili, orizzonti e coltivi pittorici. Oltre sessanta uscite per una sfilata che intreccia due vocabolari stilistici e di appartenenza distinti, eppure, incredibilmente vicini e colloquiali, in questo caso specifico.
L’uomo Scervino per il prossimo autunno/inverno, senza esitazione guarda alla matrice stessa della tradizione del tayloring maschile. Ma lo fa con una spigliata eleganza, estremamente giovane, che miscela rigore e humour, forme dinamiche, molto assottigliate, revers contenuti, quasi sfuggenti per le giacche, capi accostati, che definiscono il corpo, pacati riflessi rock su grisaglie magistrali, sostenute da armature in neoprene e lievemente stretch. Scanzonato charme early ’60, fragranze da “Dolce Vita” per le cravatte, con un tocco di sofisticata casualità Intello .
Il gioco delle antitesi, dell’inatteso nei materiali e nelle textures: camoscio e tessuti laccati lucidi, flanelle e trame “occhio di pernice che dialogano naturalmente con precise citazioni sporty, che perturbano e scombinano, abbandonando ogni compromesso, i codici estetici e i canoni di questa nuova modernità. Blazer che si mescolano a maglieria magistrale, realizzata tramite lavorazioni preziose talvolta manuali, reti in tricot a contrasto che si sovrappongono a pull raglan ,il cappotto di morbidissima pelle nera che sembra tessuto e che svela un’anima spiccatamente tecnologica. Velluto plein total black bordato da un piping dandysh in gros per la sera, dove la camicia, candida, essenziale, composita e molto costruita, diviene protagonista. La palette scelta da Scervino si risolve praticamente in una triade di grigio, declinato in varie sfumature, dal piombo a una tonalità leggera, imprendibile e aerea, di nero assoluto, nella preziosità innervata di luce dei blu. Un Diktat che qua e là viene contraddetto ed esaltato soltanto dalla ritmica vivificante del bordeaux. Stupendi i cappelli, feltri che suggeriscono aure d’avventura, scarpe comode, prettamente maschili, dalle punte e morfologie arrotondate.