Evviva le differenze. La lunga intervista che ieri il Washington Post ha dedicato a Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, è un inno al suo credo: fare della diversità un tesoro. Robin Givhan, Fashion Editor del quotidiano americano, ha raccolto le confessioni del direttore in merito all’idea che ha portato a dare sempre più spazio e supporto a categorie “diverse” da quelle che solitamente dominano le passerelle.
Largo quindi sul sito Vogue.it alla sezione Black, focalizzata sulle modelle ma anche sulla cultura, la moda e l’arte del continente nero, alla sezione Curvy, apologia delle forme piene e tondeggianti e a quella Talents dedicata ai giovani stilisti, protagonisti assoluti anche della grande sfilata che Vogue ha organizzato lo scorso settembre in Piazza Duomo a Milano.
Sono scelte nette e coraggiose quelle di Franca Sozzani, che si rende perfettamente conto di come dedicare spazio – o addirittura, nel luglio 2008, un interno numero – ad esempio alle bellezze black, non significhi solo parlare di fashion, ma anche affrontare l’argomento razzismo, discriminazione, integrazione. “Non possiamo usare solo queste ragazze che sono tutte uguali” ha dichiarato osservando le tante figure alte, bionde, dagli occhi azzurri sfilare sulle passerelle: bisogna puntare sulla diversità del mondo.
L’inversione di tendenza che ha cominciato a furoreggiare nelle pagine della più prestigiosa rivista di moda è anche frutto di cambiamenti che la società italiana sta conoscendo: un tasso di immigrazione in crescita, così come una popolazione mediamente sempre più grassa, sono fenomeni che non avevano trovato fin ora alcun serio riscontro nella stampa specializzata. Ma non si tratta unicamente di una strategia di marketing, è molto di più: “per me è diventato un impegno” ha detto Sozzani “ho parlato con queste ragazze. Ho promesso che mi sarei presa cura di loro”.