Matteo Salvini a Quarta Repubblica tra il decreto-ponte, gli immigrati e il mercato del lavoro. « Se io riesco a mandare in pensione l’anno prossimo tre o quattrocentomila italiani che si sono spaccati la schiena, qual è il risultato che ottengo? Che libero tre o quattrocentomila posti di lavoro per quei giovani che Vittorio Feltri dice che stanno a casa o vanno al bar e invece, se li metti alla prova, i giovani italiani cominciano a lavorare domani mattina. Perché noi stiamo perdendo i migliori giovani in giro per il mondo. » Questa la dichiarazione del Ministro dell’interno Matteo Salvini, in un’anticipazione dell’intervista di Nicola Porro nella seconda puntata di “Quarta Repubblica”, l’approfondimento di Retequattro.
Matteo Salvini a Quarta Repubblica tra il decreto-ponte, gli immigrati e il mercato del lavoro
Ha poi aggiunto: «La mia richiesta ai tecnici del ministero è reintrodurre la cosiddetta “quota 100” a partire dai 62 anni di età. Quindi devi arrivare a 100: sommando 100 all’età anagrafica e ai contributi versati. È chiaro che l’obbiettivo finale è la cancellazione totale della legge Fornero: hai lavorato per 41 anni, magari hai cominciato da giovane, a 15 anni? Allora puoi andare in pensione anche prima di aver raggiunto quota 100. Però non posso fare tutto e subito e non voglio portare via il lavoro ai tecnici, voglio solo restituire il diritto alla vita a milioni di italiani a cui la Legge Fornero, il diritto alla vita, l’ha tolto.
La Francia dà lezioni e fa investimenti e tagli di tasse e sfiora il 3% di deficit. Finché tagliamo, il debito cresce: il debito in Italia scende – ci tengo da ministro e da padre a trasferire a casa questo – solo se la gente torna a lavorare. Perché se la gente lavora compra qualcosa, e ci paga le tasse.
Il mio obbiettivo è far lavorare più italiani rispetto a ieri, anche perché aggiungo: se più italiani lavorano, magari più italiani tornano a fare figli, perché il dramma delle culle vuote è una cosa che sta ammazzando questo paese. »
Matteo Salvini e il Mercato del lavoro
« Il mercato del lavoro si è drogato. Ho chiesto a Di Maio e agli amici 5 Stelle che non fosse un sussidio, ma che fosse un aiuto per chi perde lavoro, a ritrovare lavoro e fosse legato all’accettazione di offerte di lavoro.
Dobbiamo riportare il lavoro ad avere la sua dignità, perché il lavoro non può essere 2 euro all’ora: quello è sfruttamento, quello è schiavismo. Se noi riportiamo regole normali e abbassiamo le tasse a chi fa impresa, ad esempio i dimenticati della sinistra, i piccoli, partite IVA, commercianti, artigiani, imprenditori, liberi professionisti… Farò tutto quello che è umanamente possibile perché dall’anno prossimo paghino il 15% secco, non una lira di più, fino ai 65.000 euro, eventualmente il 20% salendo fino ai 100.000 euro. Semplificazione, basta burocrazia, basta fatture elettroniche.
E son convinto che questo farà ripartire una parte del mondo del lavoro. Certo, non riesco a togliere le tasse a tutti subito, a cancellare Equitalia subito, a mandare in pensione tutti subito, però facciamo una manovra economica che fa ripartire. ». Questa la dichiarazione del Ministro dell’interno Matteo Salvini, in un’anticipazione dell’intervista di Nicola Porro nella seconda puntata di “Quarta Repubblica”,
Ha poi aggiunto: «Siamo due forze politiche, non posso decidere tutto da solo. Se per i 5 Stelle questa è una priorità e quello c’è nel contratto di governo, io rispetto il contratto di governo. I soldi che noi stiamo trovando li mettiamo in riduzione di tasse, per i piccoli, e soprattutto in smantellamento di quella legge che ha bloccato il mondo del lavoro per gli anziani e per i giovani, che è la Legge Fornero. »
Matteo Salvini e il decreto Ponte
«Si è scelto giustamente di coinvolgere gli enti locali, il sindaco, il governatore. Non sono quello che fa tanti giri di parole, il Presidente del Consiglio, ha detto che conta che arrivi domani, quindi io mi fido sul fatto che Conte abbia ragione, e che arrivi domani. » Questa la dichiarazione del Ministro dell’interno Matteo Salvini, in merito al decreto-ponte in un’anticipazione dell’intervista di Nicola Porro nella seconda puntata di “Quarta Repubblica”, l’approfondimento di Retequattro.
Infine, ha concluso l’intervista commentando la notizia di oggi della prossima acquisizione del marchio italiano Versace: « Io vesto italiano, ma evito di dire il marchio altrimenti mi indagano per pubblicità occulta. Sono liberista, ma sono stufo che i migliori marchi della moda, dell’alimentazione, della tecnologia italiana vengano comprati all’estero. Lavoro per un Paese che faccia il contrario e vada all’estero a riportare in Italia le nostre eccellenze: questo vorrei fare. Nel decreto di Di Maio c’è un altro ragionamento, che le aziende che hanno preso denaro pubblico non possono chiudere in Italia e aprire all’estero, licenziare in Italia e assumere all’estero, a meno che non mi diano indietro tutto quel denaro pubblico fino a quattro volte. Le aziende mi chiedono di pagare un po’ meno tasse e soprattutto di avere meno burocrazie e di avere tempi certi per la giustizia. E questo, nei prossimi mesi faremo.»