“Mark Douglas Patrick Mahoney from beautiful Massachusetts”: voce suadente, capelli da Rockabilly, camicia, cravatta e gilet impeccabili, l’artista tatuatore più richiesto di Hollywood – che ha personalmente messo mano e ago sul primo tatuaggio di Johnny Depp e creato capolavori su celebrities quali Sid Vicious, Mickey Rourke, Brad Pitt, Angelina Jolie e Lady Gaga – si presenta così a L’Uomo Vogue, che gli dedica un ampio servizio sul numero in edicola il 3 dicembre.
Mark Mahoney, origini irlandesi, cresce a Boston e sin da bambino dimostra profonda passione per il disegno. “Ho sempre saputo che avrei fatto l’artista ma non avevo nessuno con cui confrontarmi. Finché al liceo il mio insegnante d’arte mi ha assicurato che non avrei mai avuto un futuro da pittore, perché non avevo le qualità necessarie. Per me è stata una sfida, la prima volta che ho capito che sarei stato solo io a decidere quello che avrei fatto nella vita”.
Verso la fine degli anni 70, non ancora ventenne, Mahoney realizza il suo primo tatuaggio su un compagno del liceo che “mi chiese di disegnargli una tigre sulla schiena. Appena terminata la seduta, si alzò e improvvisamente la tigre si afflosciò: l’avevo disegnata sulla pelle tesa, da seduto. Così ho imparato la mia prima lezione: mai tatuare qualcuno in una posa innaturale, altrimenti al posto di una tigre ti ritrovi uno sharpei!”
Nel 1978 Mahoney parte per New York dove frequenta la scena punk del Chelsea Hotel, il club CBGB e musicisti come Ramones, Misfits, Patti Smith, Dead Boys, Fleshtones, Blondie e Talking Heads. Da New York a Los Angeles il passo è stato breve perché “in quel periodo, i tatuaggi migliori che vedevo erano californiani, ecco perché decisi di partire per la California”. Sono i primi anni 80, e oltre al fermento della scena punk losangelina, Mahoney è testimone della rinascita del “chicano movement” e del primo rap. Hollywood e il suo talento lo hanno portato anche a una lunga collaborazione con il regista Tony Scott.
E a chi gli chiede perché bisognerebbe farsi tatuare risponde così: “Il tatuaggio è un evento. Lo fai quando hai voglia di celebrare un’occasione particolare. Anche se sono nel business da più di 30 anni, non ho molti tatuaggi: ne avrò più o meno 25. Sono ricordi di momenti irripetibili, come quando con la fotografa Nan Goldin rubammo una macchina per andare a Rhode Island a farci tatuare, appunto. Indimenticabile”.
Foto| Google images