Gli open space sono nati per facilitare la cooperazione e la collaborazione tra i dipendenti, ma sono sempre più criticati. Sembra infatti che siano anche gli uffici “senza divisioni” a portare ad un alto livello di stress per il rischio maggiore di contrasti con i colleghi o fastidi legati ai loro comportamenti. Senza contare il rumore o le chiacchiere troppo alte.
Un sondaggio di infojobs.it afferma che sono diverse le cause dello stress dato dall’open space, prima fa tutte quella del cellulare che squilla: le conversazioni telefoniche sono più moleste in uno spazio senza parete e incidono sicuramente sulla capacità di concentrazione del lavoratore. Inoltre, alla richiesta di abbassare la voce o il volume, potrebbero crearsi tensioni tra colleghi, che vanno a nuocere al rapporto lavorativo. Anche l’aria condizionata è un problema, mettersi d’accordo sulla temperatura quando si è in tanti può rivelarsi un vero nodo critico, con il rischio di insoddisfazione o nervosismo per chi deve adattarsi. Chiacchiere tra colleghi vicini, musica e passaggi continui tra le scrivanie sono secondo il sondaggio altre fonti di stress e insoddisfazione data dall’open space.
L’esperto di mobbing Antonio Lo Iacono afferma che un altro rischio è quello di sentirsi “solo un numero” tra tanti. Soprattutto se ci si confronta con il proprio capo che spesso ha un ufficio personale e isolato, rispetto ai dipendenti, e questo può essere causa di stress ulteriore e disagio.
Non tutti però sono uguali, anche sul lavoro. Alcuni sostituiscono il disagio di “sentirsi spiati” con il lato positivo dell’open space, cioè quello di trovarsi in un ambiente che apre al confronto, alla competizione positiva, vivace e stimolante, dove la relazione e il contatto con gli altri sono al primo posto.
E voi cosa ne pensate?