«Un film fatto mano nella mano»: Riccardo Scamarcio, co-protagonista, con Jasmine Trinca, di Nessuno si salva da solo, sintetizza così il film di amore e non-amore di Sergio Castellitto, dopo Non ti muovere e Venuto al mondo, il terzo tratto da un romanzo della moglie Margaret Mazzantini.
IO donna, che ha visto in anteprima il film in uscita nei cinema il 5 marzo, ha incontrato i due protagonisti. Nell’intervista Jasmine Trinca racconta com’è stato girare cinque bollentissime scene di sesso – «le nostre 25 sfumature di grigio» – con Scamarcio, «un amico vero con cui c’è familiarità, di più, fratellanza».
Scamarcio parla della fine dell’amore, del gioco al massacro, del rinfacciarsi il peggio che il film racconta: «Erano momenti così veri che certe volte ho avuto la sensazione di averli vissuti con grande esattezza con una mia ex. Quando finisce la stima e arrivi addirittura a dover nascondere i tuoi successi per non ferire l’altro, perché quella tua felicità potrebbe procurare un malessere, allora è proprio finita».
E se Trinca azzarda l’ipotesi di «terapia di coppia preventiva» per affrontare i nodi del rapporto, Scamarcio dichiara: « Non credo nemmeno nella terapia individuale, figuriamoci. Mai andato dallo psicologo. Ogni tanto qualcuno me lo dice: «Dovresti, Riccardo…». Ma non ci andrò, Freud non lo sopporto».