La crisi dura ormai da qualche anno e tutto il mercato risente di questo periodo di difficoltà economica. In particolare, il settore automobilistico italiano ha registrato nel mese di Febbraio presso la Motorizzazione l’immatricolazione di 130.661 auto nuove, con un calo del 18.94% rispetto allo stesso mese dell’anno passato, quando le immatricolazioni furono 161.194. I dati, diffusi dal Ministero dei trasporti, si pongono, purtroppo, in linea con il mese passato nel quale sono state immatricolate 137.579 autovetture, con un calo del 16.65% rispetto a Gennaio 2011. Per quanto riguarda i trasferimenti di proprietà di auto usate, anche qui il calo è notevole: il 10.90% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.
Tutti i marchi italiani registrano segno negativo con Lancia, in calo di tre punti percentuali, con 7.072 vetture vendute; va peggio per Alfa Romeo con un calo del 35.54% a 4.041 vetture. Particolarmente importante, infine, il crollo di DR, il piccolo marchio che dovrebbe assumere il controllo dello stabilimento di Termini Imerese, che ha chiuso Febbraio con un crollo dell’82.07% delle vendite, scese a sole 71 unità vendute. Infine Fiat perde 7 mila unità, con un calo percentuale del 21.79% rispetto all’anno passato.
Anche fra i principali costruttori europei e giapponesi, si segnalano forti perdite: Ford (-28.70%), Audi (-36.11%), Bmw (-14.05%), Mercedes (-13.93%), Opel (-39.99%), Renault (-32.18%) e Peugeot (-24.62%).
Nonostante le nuove misure fiscali sulle auto più potenti, migliora i propri risultati la casa automobilistica Porsche, che vede un incremento delle immatricolazione dell’1.27% con 319 unità.
Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, commenta i dati negativi dicendo: “Il 2011, con 1.748.000 immatricolazioni, era stato già un anno terribile. Fare peggio porterà a conseguenze disastrose. E se proiettiamo il progressivo dal 1 gennaio, sull’intero 2012, otteniamo una previsione di chiusura attorno a 1.500.000 pezzi. Ovvero -500.000 pezzi rispetto alla media degli ultimi 4 anni.” Continua, poi, evidenziando le terribili conseguenze di questa prospettiva futura: “Abbiamo bisogno di risposte immediate, di un intervento strutturale perché, lo voglio sottolineare, quando si parla di auto si tende a parlare di fabbriche, ma la distribuzione è altrettanto importante in termini di occupati e fatturati.”
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